La Blackmagic URSA Mini Pro protagonista nel nuovo video musicale dei Postmodern Jukebox di Scott Bradlee
|Il direttore della fotografia Clint Byrne ha girato il video musicale per la versione di Don’t Stop Believin dei Postmodern Jukebox avvalendosi della cinepresa digitale Blackmagic URSA Mini Pro e del monitor e registratore Video Assist 4K. Byrne ha catturato l’intero video con un piano sequenza, seguendo i musicisti in una casa piena di gente durante una festa.
Postmodern Jukebox (PMJ) di Scott Bradlee è un collettivo di musicisti ed interpreti che, come in una macchina del tempo, reinterpreta brani famosi di musica pop e successi del passato in diversi generi vintage. Fondato dal pianista Scott Bradlee a New York City, il gruppo ha collaborato con più di 70 interpreti esibendosi in tournée in cinque continenti. La loro virale popolarità ha raggiunto più di 900 milioni di visite solo su YouTube, con più di 3,1 milioni di iscritti e oltre 1,3 milioni di follower su Facebook.
Il concetto per il video è stato elaborato da Bradlee e dal regista Abraham Roofeh. “Postmodern Jukebox è famoso per le formidabili registrazioni dal vivo in piano sequenza, che mostrano la band esibirsi in un determinato spazio. Volevamo dare all’idea un’impronta diversa continuando a girare in un’unica ripresa, ma con i soggetti in movimento”, ha spiegato Roofeh. “Don’t Stop Believin incarna la speranza in momenti di difficoltà, per questo ci piaceva l’idea di giustapporre due mondi nel video, ovvero ambientandolo in un sontuoso party ma seguendo i camerieri invece che gli ospiti. All’inizio sembra un video come gli altri perché ci concentriamo sulla band, ma poi viene dirottato da un cameriere che cammina cantando e da lì veniamo trasportati in questo percorso spericolato attraverso lo spazio, serpeggiando per la casa e lasciando che la storia si riveli”.
Poiché il video musicale si svolge nelle diverse stanze del party, nonché all’esterno, è stato necessario coreografare accuratamente i movimenti sia della band che della troupe. “Con le performance e le riprese che si svolgono all’unisono, abbiamo dovuto pianificare e coreografare i movimenti di ognuno in modo da creare transizioni fluide lungo il percorso. E non solo le persone, ma anche l’apertura delle porte, il movimento degli oggetti di scena, le luci accese o spente in maniera che non creassero ombra; praticamente ogni minimo dettaglio è stato orchestrato in maniera tale da far filare tutto liscio durante le riprese”, ha aggiunto Roofeh.
“Abbiamo scelto URSA Mini Pro per le riprese perché produce un’immagine molto naturale che a nostro avviso ben si prestava ad una band dal suono analogico come i Postmodern Jukebox. Per il video volevamo ricreare il glamour della vecchia Hollywood che calza a pennello con lo stile della band. Poiché URSA Mini Pro ha un attacco obiettivo intercambiabile, abbiamo potuto usare obiettivi vintage non patinati con attacchi PL dal riflesso molto interessante che hanno aggiunto un ulteriore elemento al movimento”, ha detto Byrne. “Ho usato uno dei filtri ND integrati della cinepresa per poter avere la possibilità di aprire l’obiettivo fino a T2.2 senza dover aggiungere mascherini o peso aggiuntivo. Questo ha consentito di mantenere un impatto minimo mentre ci muovevamo intorno ai cantanti e ai ballerini”.
La troupe ha eseguito le riprese destreggiandosi tra sette stanze e una quarantina tra musicisti, attori e ballerini.
“Avevamo bisogno di una cinepresa leggera e maneggevole”, ha continuato Byrne. “La casa in cui abbiamo girato era enorme ma aveva delle porte molto strette da cui bisognava passare durante le riprese. Le dimensioni compatte di URSA Mini Pro sono state ideali per questi spazi ristretti e la sua leggerezza mi ha permesso di effettuare 17 riprese consecutive senza stancarmi troppo”.
Byrne ha affiancato ad URSA Mini Pro un Video Assist 4K usato come monitor e per la registrazione dei proxy. “Con tutto quello che succede nel video, ci sono voluti 17 tentativi per ottenere esattamente quello che volevamo con un piano sequenza. Abbiamo usato Video Assist 4K per riprodurre le riprese tra i vari ciak che i protagonisti guardavano insieme per capire cosa modificare nel ciak successivo”, ha spiegato Byrne.
Dovendo far quadrare tutto in un’unica ripresa, l’affidabilità della cinepresa è stata di assoluta importanza.
“Avendo lavorato con URSA Mini Pro in lavori precedenti, io e Roofeh sapevamo che sarebbe stata il fidato cavallo di battaglia di cui avevamo bisogno. Con questo stile di riprese, non c’era molto margine di manovra per problemi tecnici con la cinepresa. Posso affermare con certezza che non ci ha mai deluso”, ha commentato Byrne. “La gamma dinamica della cinepresa è stata anche molto importante per via della variabilità della luce nelle transizioni tra una stanza e l’altra e tra interni ed esterni. Le riprese non sono mai troppo scure o troppo chiare, e ogni inquadratura è dettagliata”.
“Inizialmente avevamo il piano alternativo di usare dei punti di cesura che erano stati inseriti nella coreografia, ma alla fine non ne abbiamo avuto bisogno. Dopo essere partiti con le riprese e aver visto il tutto in movimento abbiamo realizzato di poterlo davvero girare con un piano sequenza e centrare il nostro obiettivo. Non potevamo essere più soddisfatti del risultato finale!”, ha concluso Byrne.
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